Le api sono molto importanti per tutti noi e le ragioni sono le più svariate. L’impollinazione dei fiori, ad esempio, è quel processo che permette lo sviluppo dei frutti, grazie alla moltitudine di piante visitate dalle api come il rosmarino, castagno, tiglio, girasole, ciliegio, acacia, sulla, rovo e moltissime altre ancora. Un terzo del nostro cibo dipende dall’impollinazione degli insetti: solo in Europa, oltre 4.000 tipi di verdure.

Le api, inoltre, permettono la biodiversità, cioè la possibilità di avere tante specie di piante e di fiori diversi, ognuno con la propria ricchezza di colori, di profumi e di sapori. Quando di pensa ai supereroi che combattono per salvare la terra, bisognerebbe pensare proprio al giallo e il nero.

Ci regalano il polline, la pappa reale e il miele, il nettare dei fiori che le api raccolgono pazientemente ed operosamente, riempendo di dolcezze il nostro palato in modo completamente naturale.

Perché la limitazione di utilizzo di bottiglie e materiale plastico coinvolge anche loro?

“Il problema delle microplastiche nel miele”

Abbiamo già parlato della gravità delle microplastiche, del modo in cui esse arrivano sulla nostra tavola e dei danni che creano all’ecosistema e alla fauna marina. Oggi proseguiamo parlando di come questo nemico invisibile arrivi anche dalle nostre api.

L’EFSA, l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare ha pubblicato un documento sulle particelle di microplastiche e nanoplastiche nel cibo. Pur sottolineando l’importanza di non fare allarmismi, le notizie in esso contenute non sono tra le migliori:

“Quando si mangiano crostacei e molluschi come ostriche e cozze, si ingerisce anche il loro tratto digerente e quindi ci può essere una ingestione di microparticelle plastiche. Sono inoltre stati riportati casi di contaminazione nel miele, birra e nel sale marino”.

Nel caso del miele, il contenuto medio di microplastiche riscontrato è di 0, 166 fibre/grammo e 0, 009 frammenti/grammo. I ricercatori tedeschi ritengono che la contaminazione del miele sia dovuta alle micro-plastiche presenti nell’acqua piovana e nei fiori, dalla Francia non si escludono contaminazioni derivanti dal processo produttivo successivo al prelievo del miele dalle arnie.

Qualunque sia l’origine e gli effetti, è importante prendere in considerazione soluzioni ecologiche alternative che permettano di sostituire la plastica quanto più ci è possibile con materiali ecosostenibili, risolvendo il problema all’origine, con effetti benefici non solo nel per le api, ma anche per gli ecosistemi marini e la salute del pianeta.

“Sindrome da spopolamento degli alveari”

Tra il 2005 e il 2008, negli Stati Uniti, si è verificato il fenomeno etichettato con l’acronimo CCD, cioè Colony Collapse Disorder, in italiano, Sindrome da spopolamento degli Alveari. Nel 2007 questo fenomeno ha visto la scomparsa di 40 arnie ogni 100.

A livello mondiale, la scomparsa delle api ha raggiunto il 20%, in alcune regioni industrializzate il 50%. Questa “sindrome” in realtà non ha altra causa che l’inquinamento e il relativo uso di pesticidi.

Le api riescono a percepire il profumo dei fiori fino 1200 metri di distanza, purtroppo, a causa dell’inquinamento, questa capacità scende a 200/300 metri. Passando di fiore in fiore, le api entrano in contatto con un gran numero di agenti inquinanti diventando delle autentiche sentinelle dell’inquinamento.

L’uso dei pesticidi è uno dei killer più pericolosi per le api, l’agricoltura intensiva e l’utilizzo di queste sostanze nocive alterano l’habitat di questa specie e la indeboliscono.
Urgono soluzioni, è evidente. Ecco cosa ti proponiamo oggi:

Soluzioni eco-sostenibili per preservare il mondo delle api

1) GIARDINO O BALCONE? VIA LIBERA AL POLLICE VERDE!

Hai un giardino o un balcone? Non usare pesticidi chimici e semina fiori che possono fornire nutrimento alle api (puoi trovare molti articoli a riguardo). Piantali sul tuo terrazzo o giardino e contribuisci a rendere questo mondo un posto migliore per le api e per tutti noi!

2) SEI UN APICULTORE? VERNICI NATURALI PER IL LEGNO DELLE TUE ARNIE!

Le vernici naturali sono prodotti per il legno in grado di proteggerlo e di colorarlo.
Quali differenze hanno rispetto alle vernici sintetiche usate normalmente?

Le vernici naturali sono composte esclusivamente da sostanze naturali, quali l’argilla, la cellulosa e gli oli vegetali. Le vernici sintetiche sono invece fatte da composti derivati dal petrolio che non sono biodegradabili. Le vernici naturali sono invece tutte compatibili con il legno e vengono perfettamente assorbite senza danneggiare in alcun modo la vita svolta all’interno delle arnie. Inoltre, hanno la stessa resistenza di quelle sintetiche.

Come avviene la biodegradazione della vernici sintetiche e di quelle naturali?

Le vernici sintetiche si degradano come tutte le plastiche frantumandosi e formando le microplastiche. Le vernici naturali invece sono biodegradabili e quindi rientrano nei cicli naturali cosi come le foglie e il legno.
Il legno trattato con vernici naturali può essere bruciato? Certamente si in quanto non emana sostanze tossiche nocive. E quello trattato con vernici sintetiche? No, in quanto le plastiche emanano sostanze altamente inquinanti per l’uomo e per l’ambiente tra cui anche la dioxina.

3) SCEGLI SOSTENIBILE OGNI VOLTA CHE PUOI

Ci sono oramai moltissime alternative ecologiche ai prodotti più inquinanti per il pianeta; Scegli sacchetti riutilizzabili quando fai la spesa, preferisci lo shampoo solido o contenuto in contenitori riciclati, utilizza filtri ecologici per sostituire le bottiglie di plastica in casa tua, preferisci il cibo km0 per l’abbattimento del trasporto su gomma e molto altro.

Basta poco per fare la differenza!